La Repubblica del Sudafrica (af. Republiek van Suid-Afrika, ingl. Republic of
South Africa), o Sudafrica, è uno Stato indipendente dell'Africa australe. È
situato nella punta meridionale del continente africano e confina a nord con la
Namibia, il Botswana e lo Zimbabwe, a nord-est con il Mozambico e lo Swaziland;
comprende nei suoi confini il Lesotho. Si affaccia inoltre sull'oceano Atlantico
e su quello Indiano. Capo Agulhas, il punto più meridionale del continente
africano, delimita il confine fra i due oceani.
Dalla fine del regime di apartheid – vigente fino ai primi anni novanta – il
Paese ha acquisito la denominazione informale di Rainbow Nation ("nazione
arcobaleno", ovvero "abitato da persone di diversi colori").
Il Sudafrica è inoltre l'unica nazione al mondo a riconoscere tre capitali.
Tuttavia è riconosciuta internazionalmente e dalle Nazioni Unite, Pretoria, come
unica capitale della Repubblica del Sudafrica.
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica del Sudafrica
Lingua ufficiale: inglese
Capitale: Amministrativa – Pretoria
Legislativa – Città del Capo
Giudiziaria – Bloemfontein
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Presidente: Jacob Zuma
Indipendenza: dal 15 maggio 1961 dal Regno Unito
Ingresso nell'ONU: 7 novembre 1945
Superficie: km² 1.219.090
Popolazione 48.502.063 ab. (2007)
Valuta: Rand
Prefisso telefonico: +27
Sigla automobilistica: ZA
Festa nazionale: 27 aprile
Inno nazionale: Nkosi Sikelel’ iAfrika/Die Stem van Suid-Afrika
Traduzione dell’ Inno in lingua Italiana:
Dio benedica l’Africa
possa la sua gloria innalzarsi
ascolta la nostra richiesta
Dio, benedici noi, i tuoi bambini.
Dio, ti chiediamo di proteggere il nostro paese
intervieni e poni fine a tutti i conflitti
proteggici, proteggi il nostro paese,
proteggi il Sudafrica, Sudafrica
Dal blu dei nostri cieli
dalle profondità dei nostri oceani
sulle nostre eterne montagne
dove risuona l'eco fra le rocce
risuona il richiamo a unirci
e uniti saremo forti
lasciaci vivere e combattere per la libertà
in Sudafrica, nella nostra terra.
Il territorio sudafricano è in gran parte formato da altopiani, il cosiddetto
Alto Veld, che in generale si innalza verso ovest, raggiungendo quote comprese
fra i 900 e i 1.800 m s.l.m. Verso le coste l'altopiano presenta un orlo
rialzato, detto Grande Scarpata, che si articola in diverse catene montuose
separate da aree livellate dall'erosione (il principale agente modellatore del
territorio, che non fu più interessato da ingressioni marine importanti dopo il
Paleozoico). La Scarpata include a sud-ovest massicci isolati, come Table (la
Tavola) Mountain (1.914 m),
un
massiccio di arenaria che incombe su Città del Capo;a est e a nord si sviluppa
invece in catene montuose importanti; le principali sono i monti Drakensberg
(Monti dei Draghi), caratterizzati da effusioni basaltiche e cime che toccano
altezze superiori ai 3000 m (la più alta è il Njesuthi, 3.408 m), da cui si
dipartono catene minori (Stormberg, Nieuwveld e Sneeuwberg). Sempre nella zona
nordorientale si trovano anche i sistemi montuosi Swartberg e Langeberg. Al di
là della Scarpata si estende la pianura alluvionale costiera detta Basso Veld,
salvo nella zona della Penisola del Capo, dove le formazioni rocciose giungono
direttamente all'Oceano in una successione di promontori con coste a falesia. Il
centro del paese è in gran parte occupato dai bacini semi-desertici del Grande e
Piccolo Karoo, che sfumano a nord-ovest nel deserto del Kalahari, condiviso da
Sudafrica e Namibia.
Da un punto di vista geologico, il territorio del Paese poggia su uno zoccolo di
rocce cristalline del Precambriano, venate da importanti filoni auriferi e
uraniferi (concentrati nella regione del Witwatersrand, in Transvaal). Il Karoo
ricopre questo zoccolo con sedimenti di età paleozoica e mesozoica in alcuni
punti fino a 7.000 m di profondità; anche questi sedimenti hanno un'importanza
economica, essendo non raramente ricchi di carbone e di petrolio.
Il clima del Sudafrica è notevolmente vario in rapporto sia alla grande
estensione territoriale, sia all'altitudine, sia all'esposizione al mare. La
latitudine subtropicale e il profondo influsso marittimo sono all'origine del
clima mediterraneo che caratterizza la parte meridionale del territorio, dove le
temperature sono miti e le precipitazioni superano i 600 mm; le piogge sono
legate all'avanzata di fronti freddi di origine antartica durante l'inverno,
mentre quasi tutto il resto dell'Africa australe nello stesso periodo è
sovrastato da un'area anticiclonica che impedisce l'afflusso di masse d'aria
umida degli oceani circostanti. Al contrario, d'estate, quando in ambito
continentale si instaurano condizioni di bassa pressione, le masse d'aria umida
provenienti dall'Oceano Indiano al seguito dell'aliseo di sud-est investono le
coste orientali e la Grande Scarpata irrorandole di abbondanti precipitazioni
(1000–1500 mm). In particolare il KwaZulu-Natal gode di un clima caldo umido,
che fa di questa provincia l'area più favorevole alla coltivazione di colture
tropicali. Man mano che si prosegue verso l'interno le precipitazioni
diminuiscono: sugli altopiani si aggirano sui 500–800 mm annui. In modo più
netto si riducono proseguendo verso ovest fino a toccare i 60 mm a Port Nolloth,
sull'Atlantico. Le escursioni termiche, sensibili sugli altopiani, sono alquanto
contenute sulle coste.
Il Sudafrica è un paese fortemente multietnico; convivono, spesso con
difficoltà, etnie bianche, nere, asiatiche e miste. La legge sudafricana
riconosce formalmente quattro macro-categorie etniche: neri, bianchi, "coloured"
(gruppi etnici di origine mista), e asiatici.
I neri bantu formano circa il 75% della popolazione, e sono suddivisi
ufficialmente in 9 "nazioni": zulu 23%; xhosa 18%; sotho (del nord e del sud)
16%; tswana 7%; tsonga 4%; swazi 2,5%; venda 2%; ndebele 1,5%; pedi 1%. I
bianchi formano circa il 13% della popolazione, e si suddividono in tre gruppi:
boeri (afrikaner) 6,5%, anglosassoni 5,5%, altri (ascendenza principalmente
portoghese, tedesca e italiana) 1%.
Gli asiatici formano circa il 3% della popolazione e si suddividono in due
gruppi: indiani 2,5%, cinesi 0,5%. Le persone a sangue misto (coloureds) formano
circa il 9% della popolazione. Boscimani e ottentotti non raggiungono lo 0,1%
della popolazione.
Secondo la moderna paleoantropologia, il Sudafrica fu probabilmente la "culla
dell'umanità"; qui (soprattutto nella zona del Transvaal) si sono infatti
trovati fossili di australopitechi, Homo habilis, Homo erectus e Homo sapiens.
Circa 10.000 anni fa l'odierno Sudafrica, come tutta l'Africa del Sud, era
abitata dai boscimani, cui si aggiunsero successivamente popolazioni affini di
etnia khoikhoi (ottentotti). Boscimani e ottentotti (collettivamente noti come
khoisan) erano cacciatori-raccoglitori nomadi, che non diedero mai luogo a
insediamenti popolosi o strutture politiche complesse.
Successivamente (fra il III e il V secolo) da nordest iniziarono ad affluire in
Africa meridionale gruppi bantu, soprattutto zulu e xhosa. I movimenti migratori
bantu si svilupparono nell'arco di numerosi secoli, giungendo al pieno
compimento solo nella prima metà del secondo millennio. Buoni agricoltori e
allevatori, i bantu si insediarono prima nell'odierno KwaZulu-Natal e poi più a
sud; gli xhosa si spinsero fino all'odierna Provincia del Capo Orientale,
respingendo i khoisan nelle regioni più aride e inospitali dell'area.
Nel 1487, l'esploratore portoghese Bartolomeo Diaz oltrepassò il Capo di Buona
Speranza, aprendo la via marittima alle Indie. Furono però gli olandesi della
Compagnia Olandese delle Indie Orientali i primi a creare un insediamento
stabile in Sudafrica, nel 1652, fondando quella che sarebbe poi diventata Città
del Capo. Questa fu il punto di partenza di un vasto processo di colonizzazione
a cui presero parte europei di diverse origini (soprattutto olandesi, francesi
ugonotti, bavaresi e scandinavi) che sciolti i legami con la Compagnia diedero
vita a una comunità autonoma, e svilupparono una propria cultura e una propria
lingua (l'afrikaans). Noti come "boeri" (dall'olandese per "contadino"), i
coloni si espansero verso est e verso nord.
I rapporti fra i boeri e le popolazioni indigene della zona del Capo (di etnia
khoikhoi) furono relativamente buoni; i khoikhoi, già nomadi, non fecero che
ritrarsi gradualmente di fronte all'espansione boera. Quando i boeri giunsero
nei pressi dell'odierna Port Elizabeth, però, essi entrarono in attrito con gli
xhosa, che si stavano espandendo in direzione opposta. Ne derivarono una serie
di conflitti noti con il nome di Guerre della Frontiera del Capo.
In seguito all'avanzata di Napoleone Bonaparte in Europa e la successiva caduta
dell'Olanda, i britannici occuparono la Colonia del Capo alla fine del XVIII
secolo.
Nella prima metà del XIX secolo i boeri, oppressi dal dominio britannico,
diedero via a una grande migrazione verso nord alla ricerca di nuove terre,
passata alla storia col nome di Grande Trek. I voortrekker si stabilirono in
varie zone del nord, fondando una serie di piccole repubbliche boere, in seguito
unitesi nello Stato Libero di Orange, nella Repubblica di Natalia e nella
Repubblica del Transvaal, e nello Stellaland, che, insieme al Capo, costituirono
l'embrione delle future province sudafricane. Le personalità più eminenti di
questa fase furono Paul Kruger e Marthinus Wessel Pretorius.
L'esistenza delle repubbliche era d'ostacolo all'espansione dell'Impero
Britannico, e la scoperta di diamanti e oro nel nordest del Sudafrica
contribuirono ad alimentare l'interesse degli inglesi per la completa annessione
del paese. Fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, inglesi e boeri si
scontrarono in una serie di sanguinosi conflitti noti come guerre anglo-boere.
Il conflitto contrappose anche i popoli bantu del Sudafrica; gli zulu si
schierarono infatti con i boeri, mentre xhosa e swazi combatterono a fianco
degli inglesi. Questi ultimi ebbero alfine la meglio e unificarono tutto
l'odierno Sudafrica (1902), che nel 1910 fu formalmente costituito come dominion
unitario all'interno del Commonwealth, col nome di Unione Sudafricana.
L'Unione Sudafricana prese parte alla prima guerra mondiale a fianco del Regno
Unito. Nel 1920 ottenne il mandato della Società delle Nazioni per il controllo
dell'Africa del Sud-Ovest (Namibia), strappata ai tedeschi. Nonostante l'aumento
del suo prestigio internazionale, l'Unione attraversò un periodo di forte crisi
interna, con attriti sempre più violenti fra i nazionalisti boeri e la
rappresentanza inglese. Nel 1931, con l'approvazione dello Statuto di
Westminster da parte del parlamento britannico, il Sudafrica ottenne una
parziale autonomia.
In occasione della Seconda guerra mondiale, i contrasti mai sopiti fra
britannici e boeri tornarono a emergere. Una parte dei boeri, rappresentata da
alcune correnti del Partito Nazionale come la Ossewabrandwag, simpatizzava
infatti apertamente per la Germania. Ciononostante, il paese prese parte al
conflitto sul fronte Alleato. Il boero James Hertzog, che governava il paese dal
1924 e pretendeva almeno la neutralità del paese, fu costretto a dimettersi.
Dopo la fine della guerra, il Partito Nazionale vinse le elezioni, e iniziò ad
attuare nel paese la politica segregazionista nota come apartheid. L'ideologia
dell'apartheid fu elaborata dai primi ministri boeri che si succedettero dal
1948 in poi, e soprattutto da Hendrik Frensch Verwoerd (in carica dal 1956 al
1966). Concettualmente, l'obiettivo dell'apartheid era quello di isolare i
diversi gruppi etnici del Sudafrica, lasciando che ognuno di essi si sviluppasse
in un proprio contesto sociale, economico e territoriale. Verwoerd spiegò anche
che il ruolo predominante dei bianchi nei processi politici che avrebbero
portato all'autonomia delle diverse etnie era giustificato dalle circostanze
storiche, ovvero dal ruolo fondamentale che i boeri avevano avuto nella nascita
del Sudafrica.
Nell'ottica dell'isolamento delle etnie vennero formati i bantustan, territori
riservati alle popolazioni nere delle diverse etnie. Complessivamente, circa il
13% del territorio del Sudafrica venne riservato alla popolazione bantu.
Contemporaneamente, il Sudafrica venne inteso sempre più nettamente come paese
esclusivamente di bianchi, e i neri che continuavano a vivere nelle aree
"bianche" (circa il 50%) persero gradualmente i propri diritti civili, come
conseguenza del fatto che fosse stato avviato un processo la cui finalità era
trasferirne la cittadinanza ai bantustan. Per esempio, ai neri fu vietato di
frequentare le scuole e le università dei bianchi; Verwoerd giustificò questa
misura osservando che l'istruzione di un nero deve svolgersi completamente nella
tribù ed avere le radici nello spirito e nell’essenza stessa della società
bantu.
L'applicazione di una politica sempre più apertamente razzista in Sudafrica
causò gravi contrasti interni e alienò al paese il sostegno della comunità
internazionale. Nel 1961 l'ONU dichiarò che l'apartheid era un crimine contro
l'umanità e iniziò una campagna di sanzioni economiche contro il Sudafrica.
Nello stesso anno il Sudafrica ebbe la piena indipendenza dal Regno Unito e fu
proclamata la repubblica; a causa delle sanzioni dell'ONU il Sudafrica venne poi
esplulso dal Commonwealth Britannico. Cinque anni dopo venne revocato il suo
mandato all'amministrazione della Namibia. Il governo sudafricano si rifiutò di
ottemperare alle richieste dell'ONU, e di fatto procedette all'annessione della
Namibia come propria provincia.
Balthazar Johannes Vorster (primo ministro dal 1966 al 1978) e i suoi successori
Marais Viljoen (in carica dal 1979 al 1984) e Pieter Willem Botha (dal 1984 al
1989) dovettero fronteggiare sia l'isolamento internazionale sia l'emergere di
importanti movimenti di opposizione nella comunità nera, fra cui l'African
National Congress di Nelson Mandela. Botha fu l'ultimo strenuo difensore
dell'apartheid, e cercò di convincere l'intero paese che questo regime era stato
un elemento chiave della crescita economica del Sudafrica fra gli anni sessanta
e anni novanta, superiore a quella di qualsiasi altro paese africano, e delle
migliori condizioni di vita dei neri sudafricani rispetto a quelle della
popolazione nera nel resto del continente.
In questa fase Botha trovò alleati neri che lo sostennero, in particolare gli
swazi; tra l'altro il Re dello Swaziland Sobhuza II aveva già collaborato in
passato nella caccia ai ribelli più violenti dell'ala oltranzista dell'ANC.
Botha riuscì perfino a stringere un patto di amicizia e buon vicinato col
presidente del Mozambico Samora Machel, nero e comunista. Gli Xhosa rimasero
invece il gruppo più ostile al governo bianco. In questa fase furono organizzate
altresì assemblee legislative autonome per coloureds e asiatici. Tuttavia il
sistema si mostrò sempre più fragile e vicino al collasso, accentuando il
carattere repressivo, ma anche gli Stati Uniti d'America, tradizionali alleati
dei bianchi sostenitori dell'apartheid, cominciarono ad unirsi alle richieste di
democrazia. L'apartheid durò sinché il successore di Botha, Frederik Willem de
Klerk, che governò fino al 1994, intraprese la via della riforma, liberando e
chiamando al suo fianco il capo dell'ANC Nelson Mandela e smantellando l'intero
sistema della segregazione razziale nel 1991. Gravi scontri avvennero però tra
gli zulu dell'Inkatha Freedom Party guidati dal Re Zwelithini e dal segretario
del partito Mangosuthu Buthelezi, che desideravano essere gli unici
interlocutori di De Klerk, e gli xhosa dell'ANC, che alla fine ebbero la meglio.
Gli zulu si dovettero accontentare dell'istituzione di un loro regno autonomo
(il Kwazulu-Natal) nell'ambito della riforma amministrativa del paese (1994),
che riunì le vecchie quattro province e i dieci bantustan nelle attuali 9
province.
Il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche con suffragio esteso
a tutte le etnie, in cui venne eletto presidente il capo dell'ANC Nelson
Mandela, cui successe poi il delfino Thabo Mbeki nel 1999. Il periodo di
transizione dal regime dell'apertehid al nuovo corso politico fu gestito da un
tribunale speciale istituito nel 1995 a Città del Capo, la Commissione per la
Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission, TRC). Le
condizioni di vita per i neri tuttavia restano molto difficili. Il governo
sudafricano ha dovuto accettare le politiche neoliberiste del Fondo Monetario
internazionale: si è fatto carico di pagare il debito internazionale creato dai
precedenti governi anche privatizzando molte imprese nazionali. I servizi
sociali (acqua, istruzione, sanità) non sono riconosciuti a tutti. Nelle
periferie urbane i poveri non sono ancora cittadini a tutti gli effetti.
Da Wikipedia,
Nelson Mandela
GRUPPO MISSIONARIO
MURATELLO
Sede di BRESCIA-NORD della A.S.C.S. ONLUS
(Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo )
Codice Fiscale: 03133600241
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Recapito e Segreteria:
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